Kung Fu è un termine generico con il quale si intendono le millenarie tecniche di lotta sviluppatesi in Cina che, entrate in contatto con i principi filosofici del Buddhismo Chán, si trasformarono da semplici metodi di combattimento ad arti per la ricerca della perfezione fisica e spirituale.
Quando si pensa alle origini di queste arti si fa tipicamente riferimento al tempio Shaolin che fu la culla del Kung Fu fino a quando non venne distrutto dai Manciù intorno al 1644 d.c. Leggenda vuole che solo 5 grandi maestri si salvarono alla distruzione del tempio tramandando il Kung Fu fino ai giorni nostri.
In occidente l’interesse per le arti marziali è iniziato alla fine del XIX secolo con la permanenza in Giappone di molti militari statunitensi dopo la Secondaguerra mondiale. Dagli anni ‘70 il cinema di Hong Kong cominciò ad interessarsi alle arti marziali cinesi contribuendo a far conoscere il Kung Fu, soprattutto grazie alle grandi capacità dell’attore Bruce Lee.
Proiezioni schivate e leve osservabili nel Judo, Ju Jitsu e Aikido, calci e pugni del Karate sono per la maggior parte contemplate dal Kung Fu che nel suo programma prevede lo studio di tutte le tecniche di difesa e di offesa, sia a mani nude con con le armi tradizionali.
Per meglio comprendere la differenza tra la millenaria arte del Kung Fu e altre discipline si può pensare ad un paragone musicale: lo studio del Kung Fu è comparabile a quello della musica classica al conservatorio, dove si impara a leggerla e a scriverla, si studiano i diversi strumenti arrivando anche a saperli dirigere insieme in modo armonioso.
Altre discipline o gli sport da combattimento sono invece paragonabili ad uno studio maggiormente concentrato su un unico genere musicale, su un singolo strumento. Questo distinguo non vuole introdurre alcuna classica qualitativa frà le diverse discipline.
La trasposizione cinematografica del kung Fu, in particolare con i Film di Bruce Lee, trasmette un messaggio, porta con se una sorta di promessa, chi riuscirà a padroneggiare questa tecnica millenaria sarà in grado di difendersi da avversari molto più forti di lui. Nel definire il percorso di ciascun praticante teniamo in grande considerazione le lecite aspettative di chi si avvicina a questa arte.
Il metodo tradizionale è incentrato sulla ripetizione metodica di tecniche eseguite alla perfezione. Questo approccio ha molto a che fare con la componente “cosciente “ del nostro cervello. Il risultato, col tempo, è potenzialmente quello di eseguire mosse ineccepibili da vedere senza però essere necessariamente in grado di applicarle nelle situazioni reali. Senza la tecnica non siamo praticanti di Kung Fu, lo stesso si può dire se non siamo in grado di applicare la tecnica durante il combattimento.
Noi approcciamo lo studio del Kung Fu concentrandoci sulla creazione di schemi motori efficaci, che rendano il praticante in grado di applicare ciò che apprende. Su questi schemi motori andiamo a inserire il dettaglio tecnico, l’affinamento che rende il gesto perfetto tecnicamente. Presentare, infatti, ad una persona per la prima volta una tecnica complessa richiedendone l’apprendimento nei dettagli è semplicemente “non fisiologico”.
Questo perché sono le strutture inconsce a organizzare movimenti efficienti e non bisogna ostacolarle con indicazioni troppo vincolanti ma anzi è necessario lasciare che lavorino per prove ed errori fino a quando non si sarà creato uno schema motorio sufficientemente buono. Solo allora si potranno inserire i dettagli tecnici che fanno la differenza, solo allora affineremo la tecnica. Il sistema nervoso, infatti, analizza meccanismi di base che sottendono qualsiasi coordinazione con strutture inconsce, lasciando alla percezione cosciente l’esito esterno e visivo dell’atto confezionato.
Quando tocchiamo una pentola bollente la mano si ritrae prima ancora che la componente conscia se ne accorga, sarà però la componente conscia ad inserirsi all’ultimo per definire se allontaneremo la mano di pochi centimetri o faremo un balzo indietro con tutto il corpo. Così facciamo in modo che ad un attacco corrisponda automaticamente ed immediatamente il contrattacco più efficiente per direzione, tipologia, velocita lasciando alla parte conscia la definizione della tecnica perfetta per la soluzione individuata dalla parte inconscia.